Padula
Le prime notizie collegabili all’esistenza di questo borgo risalgono ai primi anni della dominazione normanna. Nel 1089 Ugo di Avena donava all’abbazia di Cava dei Tirreni la chiesa di San Simeone, nei pressi del castrum di Montesano, e la Chiesa di San Nicola di Padula. Nel settore sud-orientale del centro storico si concentrano le evidenze più significative della presenza italo-greca, dalla toponomastica a importanti episodi artistici e architettonici. In via Lungo dei Greci si conservano i resti di un affresco, oggi sistemato ad edicola votiva, raffigurante la madonna Odighítria (in greco “colei che guida”), datati al XIV sec. Ma l’esempio più rappresentativo è costituito dalla chiesa di San Nicola de Domnis o delle Donne. L’edificio è ubicato nella zona più alta della città, “la Civita”, probabilmente con riferimento ad un nucleo altomedievale fortificato, ed è in parte inglobato in strutture posteriori. Potrebbe trattarsi dello stesso San Nicola donato nell’XI sec. alla Badia di Cava, anche se quell’atto è sospettato di essere una falsificazione. In ogni caso questo documento fa riferimento alla donazione di tre monasteri, uno intitolato a San Giovanni e ubicato nella Valle del Mercure-Lao, nella Calabria settentrionale, nei pressi del castrum Mercurii, l’altro è il nostro monastero di San Nicola, quod dicitur de Padule, il terzo è San Simeone, nelle pertinenze del castello di Montesano. La testimonianza più eloquente dell’eredità lasciata in questo borgo dalla cultura bizantina rimane la chiesa di San Nicola delle Donne.