San Gregorio Magno
Caratteristica singolare di questo piccolo centro collinare è la presenza di numerose cavità, in parte artificiali. Si tratta di oltre 650 grotte, oggi tutte adibite a cantine e in gran parte recuperate alla funzionalità per scopi turistici. Uno studio approfondito potrebbe chiarirne l’antica funzione, di certo si tratta di un numero sufficientemente significativo da autorizzare a definire questa parte dell’abitato un vero e proprio “insediamento rupestre”. Probabilmente sotto questa forma si deve la rioccupazione del sito nei secoli altomedievali quando l’uso di queste grotte poteva anche essere collegato alla necessità di conservare le derrate alimentari e il raccolto dei campi, in una logica funzionale alla gestione di un grande ente monastico, forse proprio la laura di San Zaccaria. Un’ipotesi suggestiva questa che potrebbe trovare conferma solo dopo un’accurata indagine archeologica. Di certo tutto il territorio del borgo era parte integrante dell’agro di Volcei, antico municipio romano, attuale Buccino; probabilmente ne costituiva un pagus, ovvero un piccolo villaggio rurale. È verosimile quindi che il nucleo originario dell’attuale abitato sia sorto nei secoli altomedievali e possa essere stato promosso proprio da quella comunità di contadini che i raccolse intorno al monastero di San Zaccaria.