I PROTAGONISTI DEL
MONACHESIMO ITALO-GRECO
SABA DA COLLESANO
Saba nacque a Collesano, in Sicilia, agli inizi del X secolo, da genitori molto devoti di nome Cristoforo e Kale. Suo padre prese l’abito monastico nel monastero di San Filippo d’Agira, si ritirò poi in un eremo dove fu raggiunto da Saba e da suo fratello Macario, entrambi decisi a seguire le orme del padre. A seguito di un’invasione araba e della carestia che aveva colpito la regione, l’intera famiglia, insieme ad altri concittadini, emigrò in Calabria. Saba e suo fratello Macario raggiunsero i territori del Merkurion, al confine tra Calabria e Lucania, qui costruirono una chiesa dedicata all’Arcangelo Michele e un monastero. Una nuova incursione musulmana costrinse la sua famiglia a trasferirsi più a Nord, nel Latinianon. La presenza di Saba è documentata nella Costiera amalfitana e a Salerno, negli anni del contrastato principato di Mansone. Da qui fu inviato a Roma per intercedere presso gli imperatori di Germania, Ottone III e sua madre Teofano, affinché fosse liberato il figlio del principe salernitano, preso in ostaggio da Ottone II durante la sua spedizione anti-araba nel Mezzogiorno. Fu proprio in occasione di quest’ultima missione che Saba morì, il 6 febbraio del 990 circa. La guida delle sue comunità monastiche fu affidata al fratello Macario.
Fantino il Giovane
Fantino nacque in Calabria agli inizi del X secolo. I suoi genitori lo consacrarono a Dio all’età di 8 anni nel monastero di Elia lo Speleota. Dopo 20 anni di vita cenobitica si ritirò sulle colline della Lucania per vivere da eremita nei successivi 18 anni. Fondò monasteri maschili e femminili dove i suoi genitori e fratelli, Luca, Cosma e la sorella Caterina, avrebbero preso a loro volta i voti. Alternò molte volte la vita cenobitica a quella eremitica. Fu spesso in contatto con Nilo da Rossano che si considerava un suo discepolo. Fece un pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo. Ormai anziano si trasferì in Grecia, visitando Corinto, Atene, Larissa e fondò un monastero nei pressi di Salonicco, dove morì all’età di 72 anni.
Luca di Demenna o di Armento
Luca nacque agli inizi del X sec. in un centro di Val Demone da una famiglia aristocratica. Fu accolto molto giovane nel monastero di S. Filippo d’Agira. Si trasferì presso il monastero rupestre di Elia lo Speleota, presso Melicuccà. Un’incursione degli Arabi, che Luca aveva profetizzato, lo costrinse a risalire la Calabria verso Nord. Si fermò prima presso Noepoli, sulla valle del Rubbio affluente del Sinni, quindi presso il fiume Agri dove ricostruì la chiesa di San Giuliano. La sua presenza in questo territorio entrò in contrasto con il locale signore longobardo Landolfo e Luca fu di nuovo costretto a trasferirsi, insieme ai suoi discepoli, in una località chiamata Armento. Qui diede vita ad un nuovo monastero. Respinse l’ennesima incursione araba che minacciava la sua comunità impugnando egli stesso le armi e organizzando la difesa del sito. Qualche tempo dopo fu raggiunto dalla sorella Caterina e dai suoi figli. Tutti loro presero l’abito monastico e Caterina fu posta a capo di una comunità femminile. Nel 984 Luca morì assistito nei suoi ultimi istanti da Saba da Collesano che provvide anche a seppellirlo.
Vitale da Castronuovo
Nacque al principio del secolo X a Castronuovo in Val di Mazara. Vestì l’abito monastico a S. Filippo di Agira. Si recò in pellegrinaggio presso le tombe degli Apostoli a Roma. Nel viaggio di ritorno si fermò in Calabria e dopo essersi separato dai compagni di viaggio, si ritirò in un eremo presso Santa Severina. Dopo due anni ritornò in Sicilia. La ricerca dell’ascesi lo riportò in Calabria, nei pressi di Cassano dove incontrò Antonio, un asceta che praticava l’eremitismo in grotta in una forma rigidissima. Proseguì verso Pietra Roseti spingendosi fino al confine con la Lucania. Trasferitosi poi nelle regioni del Mercurion e del Latinianon promosse la fondazione di numerosi monasteri preferendo però ritirarsi in una grotta presso Armento, non lontano dal monastero fondato da Luca di Demenna. Nel 979 si recò a Bari, dove fu ricevuto dal funzionario bizantino, Basilio. Ritornato in Lucania restaurò il monastero dei Santi Adriano e Natalia, presso San Chirico a Raparo, già distrutto da una incursione musulmana. Fondò insieme al nipote Elia, che lo aveva raggiunto dalla Sicilia, altri monasteri in Basilicata nei dintorni di Rapolla e qui si spense nel 993 lasciando la guida dei suoi cenobi al nipote.
San Nilo da Rossano
Nilo nacque a Rossano, nella Calabria settentrionale, nel 910. Membro di una famiglia aristocratica, appena uscito dall’adolescenza sposò una donna da cui ebbe una figlia. A trent’anni decise di abbandonare la famiglia per farsi monaco nel Merkurion. Il divieto emanato dal locale governatore bizantino gli impedì di prendere i voti nei monasteri di questa regione. Per questa ragione fu costretto a recarsi nel Principato longobardo di Salerno, presso il monastero di San Nazzario, nel Cilento meridionale, e qui riuscì finalmente a vestire l’abito monastico. Fece quindi ritorno nel Merkurion per condurre vita cenobitica nel monastero fondato da Fantino, con cui Nilo ebbe grande familiarità tanto da diventare suo discepolo. Dopo un po’ si ritirò in una grotta già in passato dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, presso Orsomarso, per praticare l’ascesi. Le incursioni saracene lo costrinsero a tornare a Rossano e in una sua proprietà, dove si trovava un oratorio dedicato a S. Adriano, fondò una piccola comunità. Lasciata Rossano intrattenne relazioni con il principe di Capua e Benevento, fino ad ottenne l’assegnazione del cenobio di Valleluce, dipendenza di Montecassino. In disaccordo con la vita monastica cassinese, non abbastanza ascetica per il suo gusto, lasciò Valleluce per trovare rifugio a Serpieri vicino a Gaeta. Si recò a Roma nel 998 per essere ricevuto da Ottone III, quindi si trasferì a Tuscolo dove sorgeva un piccolo monastero greco dedicato a Sant’Agata. Il conte di Tuscolo, Gregorio I, gli donò un terreno dove fondare un nuovo monastero, lo stesso su cui sarebbe sorta l’abazia di Grottaferrata. Nilo si spense nel cenobio di Sant’Agata, nel 1004, attorniato dai suoi discepoli all’età di 95 anni. Nilo era un instancabile amanuense, ancora oggi si custodiscono manoscritti da lui compilati.
San Gregorio di Cassano
Non è nota la data di nascita di Gregorio ma è verosimile che debba essere collocata nei primi decenni del X sec. Esistono due versioni della sua Vita, entrambe redatte nel monastero di Burtscheid, fondato dall’imperatore Ottone III presso Aquisgrana, in Germania. La prima (Vita prior), composta da un monaco anonimo nella prima metà dell’XI sec., interrompe il racconto nel momento in cui Gregorio, mandato dal catepano d’Italia a Costantinopoli per essere presentato all’imperatore, arriva ad Otranto. La seconda (Vita posterior), più lunga ma caratterizzata da molti episodi di carattere leggendario e fantasioso. Diventato molto presto sacerdote, Gregorio decide di prendere l’abito monastico entrando nel monastero di S. Andrea di Cerchiara allora retto dall’igumeno Pacomio, alla cui morte fu eletto come suo successore. La narrazione agiografica insiste sulle sue doti di guaritore ed esorcista, ma anche sulle sue qualità di amanuense e sulla sua vasta cultura. Un’incursione saracena lo costringe, insieme ad alcuni confratelli, a lasciare Cerchiara. Attraversato il Vallo di Diano si ferma a Buccino dove fonda un monastero. La sua fama raggiunge Costantinopoli dove invano è invitato a recarsi. Si reca invece a Roma. Del suo soggiorno romano parla soltanto la Vita posterior. A Roma Gregorio avrebbe fondato un monastero e non possono escludersi suoi contatti con la corte imperiale di Ottone II e Teofano. Sarebbero stati proprio i rapporti con l’imperatore all’origine della fondazione del monastero di Burtscheid, presso Aquisgrana, dedicato ai S.mi Martiri Apollinare e Nicola. Qui, intorno al 1000, Gregorio sarebbe morto.