Monaci in Cammino
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Il progetto Monaci in Cammino

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La mostra

Per la prima volta, in un’unica sede, viene proposto, attraverso un suggestivo repertorio di immagini, un patrimonio storico, artistico e monumentale sconosciuto al grande pubblico. Cicli pittorici e lacerti di affreschi di antichi monasteri e chiese, come San Giovanni in Fonte nel Vallo di Diano, o Santa Maria di Pattano nel cuore del Cilento, Santa Maria della Sperlonga nella valle del Sele o San Nicola dei Greci a Scalea. Planimetrie, immagini zenitali, riprese dall’alto di droni, immergono lo spettatore nella dimensione spaziale di siti poco noti o del tutto sconosciuti, spiegandone il significato storico e il ruolo sociale ed economico che hanno avuto nello sviluppo del territorio. La mostra documentaria propone anche la lettura di antiche pergamene redatte in lingua greca, i cui contenuti sono stati resi accessibili attraverso traduzioni e descrizioni sintetiche. Si tratta di testamenti, atti di compravendita, permute, donazioni ad enti religiosi … spaccati di quotidianità che riportano in vita le comunità greche insediate, nei secoli centrali del Medioevo, lungo la Valle del Tanagro. E ancora frammenti e riproduzioni di libri liturgici, di oggetti sacri, tavole che ricostruiscono, attraverso il censimento delle sottoscrizioni o dei relitti toponomastici, la diffusione e la distribuzione della presenza e della cultura bizantine nella Lucania longobarda.

La mostra si compone di tre sezioni e 94 pannelli e si avvale di un ampio spettro di produzioni multimediali. Lo spazio espositivo prevede anche la ricostruzione di due Grotte in grandezza naturale la cui finalità è riprodurre alcuni degli scenari più suggestivi che hanno fatto da sfondo alle vicende descritte nella mostra.

Nella prima sezione (La Migrazione e i suoi protagonisti) cinque tavole descrivono il fenomeno migratorio, concentrando l’attenzione sulle figure di alcuni monaci italo-greci che ne sono stati protagonisti e sulle realtà monastiche cui hanno dato vita.

La seconda sezione (Lucania monastica) è dedicata alla descrizione delle testimonianze materiali, storico-artistiche e architettoniche lasciate dall’insediamento di monaci italo-greci nei territori del Principato longobardo di Salerno. Tavole di ricostruzione evidenziano la diffusione e la capillarità delle fondazioni religiose, mettendone in risalto le diverse tipologie insediative e le peculiarità storico-artistiche.

La terza sezione (Le Comunità) è, invece, dedicata ai protagonisti laici, a quei contadini e artigiani che muovendo dalla Sicilia e dalla Calabria, trovarono ampie opportunità di inserimento nella Lucania longobarda.

Molti visitatori, compiuta la visita, non potranno non chiedersi quanto della vicenda che ha visto dipanarsi sotto i loro occhi sia ancora percettibile nello spazio abitato, nelle pratiche devozionali, nelle tradizioni popolari, nei riti e in quel patrimonio di conoscenze e di un sapere pratico trasmesso dalle generazioni passate. Quanto di quel sincretismo culturale prodotto oltre mille anni fa da una migrazione faccia ancora parte, se non ne è stato l’origine, del suo portato identitario.

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