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IL LEGAME CON IL CULTO MICAELICO

Grotta dell’Angelo di Orsomarso

Molte delle grotte scelte dai monaci italo-greci per praticare l’ascesi costituivano preesistenti santuari dedicati al culto micaelico. La grotta scelta da Nilo nella regione del Merkurion accoglieva già un altare dedicato all’Arcangelo. Il monastero fondato a San Chirico a Raparo da Vitale da Castronuovo sorgeva su una grotta anch’essa dedicata all’Arcangelo. Il legame con questo culto è attestato anche nella vita di Saba da Collesano.  Il monastero fondato dal santo e dalla sua famiglia nel Merkurion era intitolato all’Arcangelo e lo stesso Fantino decise di compiere un faticoso pellegrinaggio al santuario Garganico.

In Campania i santuari in grotta destinati al culto micaelico costituiscono la stragrande maggioranza dei luoghi di culto rupestri presenti nella regione. La preponderanza dei santuari micaelici è connessa alla fama della grotta dell’Arcangelo sul Monte Gargano, ma anche alla natura stessa delle cavità e alla presenza dell’acqua. Nel santuario garganico, infatti, è attestata una fonte grazie alla quale il santo operava miracolose guarigioni.

Esigenze devozionali, ma nel contempo anche funzionali, hanno determinato la costruzione di pozzi, canalizzazioni e vasche di raccolta delle acque di percolazione e stillicidio. Se in quasi tutti i luoghi di culto rupestri sono presenti serbatoi destinati al rifornimento idrico dei pellegrini e degli eventuali eremiti, nei santuari micaelici, sulla falsariga di quanto attestato nella grotta garganica, l’acqua sorgiva veniva raccolta in vasche e destinata ad usi devozionali. Le strutture risultano per lo più costruite in muratura, anche se non mancano casi in cui serbatoi e canalizzazioni appaiono scavati nel banco roccioso. Sono attestate vasche quadrangolari, come quella di Ogliara o di Preturo a Montoro Inferiore; ma anche circolari come nel caso della Grotta del Lauro a Petina e ad Avella, o ancora pentagonali, come quella di Caselle in Pittari. Il rinvenimento di ceramica dipinta a bande larghe presso la vasca esistente nella parte più interna della grotta di Olevano sul Tusciano attesta che il prelievo devozionale dell’acqua è documentato sin dall’alto medioevo. Negli altri casi, invece, le vasche risultano di difficile datazione, considerata la mancanza di dati di scavo e la semplicità dell’esecuzione.

I siti

Il Santuario rupestre di San Michele Arcangelo di Caselle in Pittari

Il santuario è in costituito da due distinte grotte poste sulla parete rocciosa del monte Pittari, distinte solo dalla denominazione ...
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Grotta dell’Angelo di Montesano sulla Marcellana

La Grotta dell’Angelo di Montesano sulla Marcellana costituisce un sito di notevole interesse archeologico. Attualmente l’ingresso è chiuso da un ...
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San Michele alle Grottelle di Padula

L’eremo o santuario di San Michele alle Grottelle costituisce il tipico santuario rupestre dedicato all’Arcangelo. Un ampio atrio scoperto, cui ...
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Grotta dell’Angelo di Sala Consilina

Da un ingresso a forma schiacciata, alto circa 2 m, alcuni gradini danno accesso alla piccola cavità dove si scorgono ...
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Grotta dell’Angelo di Pertosa – Auletta

Anche il sito della Grotta di Pertosa - Auletta offre testimonianza del forte legame che in questo territorio, come in ...
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Grotta di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo a Fasanella

L’accesso alla grotta di San Michele Arcangelo è chiuso in parte da una parete in muratura, al cui centro si ...
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La Grotta del Lauro a Petina

La pratica dell’eremitismo nel territorio di Petina è confermata dall’esistenza della Grotta del Lauro, il cui toponimo rimanda proprio all’antica ...
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Il Santuario rupestre di Orsomarso

La grotta di San Michele o dell’Angelo di Orsomarso, al pari di tante altre, non solo in Calabria, ma anche ...
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